Il tiro con l'arco

Il tiro con l'arco

Oggi più di sempre la vita che la maggior parte di noi deve condurre lascia poco tempo libero. Poco tempo per distrarci, per occuparci di cose apparentemente futili eppure così importanti per la nostra salute fisica e mentale.
Poco tempo per sognare, poco tempo per emozionarci.
Abbiamo quindi poco tempo da dedicare ad attività al di fuori della sfera dei doveri: famiglia e lavoro, che sono prioritari, fagocitano la nostra vita e impediscono di dedicarci a noi stessi.
Alcuni di noi hanno trovato nel tiro con l’arco una valvola di sfogo di enorme importanza. Questa pratica, a mio avviso specialmente nella sua forma del “tiro di campagna”, offre immense opportunità.
Un ritorno al passato: sia alle radici della natura umana, sia all’infanzia dove gioco e impegno si fondono in un tutt’uno capace di distoglierci dalla realtà. Un momento quanto mai salutare, una riscoperta di noi stessi, della nostra importanza come persona, dei nostri limiti, della nostra goffaggine, ma anche delle nostre capacità a volte insospettate.
Un viaggio introspettivo e un viaggio nell’ambiente che ci circonda, immersi nella natura che è il naturale contenitore di questa splendida attività.

 “Una freccia vola nel bosco” è lo slogan scelto per Archery.it perché la sensazione di libertà che dà una freccia che sibila fra prato e foglie, fra rami e cielo, racchiude l’emozione del momento più bello e drammatico del tiro con l’arco.


Quella freccia ha occhi e orecchie: siamo noi stessi che vediamo il paesaggio correre ai nostri lati e siamo noi, con questo prolungamento ideale, che voliamo, che ci proiettiamo verso il bersaglio.


Se poi la freccia non impatta su un bersaglio inanimato, ma su un essere vivente, allora si entra in un’altra realtà, collegata ma a sé stante. Un mondo denso di valori e di emozioni, di dubbi e di convinzioni, di gioie e di tristezze.
Un argomento delicato, apparentemente fuori dal tempo ma così presente in tutti noi.
Lasciando da parte facile retorica e scontati luoghi comuni, vestendo i panni di un “uomo selvatico” ma figlio del suo tempo, muovendosi con buon senso ed umiltà, entrate anche voi in questo mondo.

Attrezzatura

L’attrezzatura per la caccia con l’arco è abbastanza complessa o, meglio, così sembra all’inizio: archi, frecce, punte, accessori eccetera vengono scelti in base a caratteristiche costruttive, ad un gusto soggettivo o ad un sentimento che ci pervade impugnando un tipo di arco piuttosto che un altro.
Non voglio addentrarmi su quale tipo sia meglio dell’altro, anche perché come già detto la scelta è alquanto soggettiva e l’efficacia dipende molto dalla bravura dell’arciere e dall’etica del cacciatore che sono un tutt’uno nella persona che noi rappresentiamo.


Tecnicamente si possono distinguere i due macrogruppi che dividono il mondo dell’arciera:

- gli archi “storici”, fanno parte di una prima categoria, ovvero tutti quegli archi veramente antichi e tutte le riproduzioni fedeli costruite con i materiali ed i metodi propri delle epoche in cui gli archi venivano effettivamente costruiti ed utilizzati.


Stickbow o selfbow come dalla parola inglese che lo identifica è praticamente un arco costituito da un unico pezzo di legno, principalmente un tronco, scelto per le sue caratteristiche e lavorato per togliere la corteccia e calibrare la quantità di alburno, alcune volte rinforzato da tendini animali, poi per adattarvi una corda in fibra naturale.


Orientale, è un arco “composito”, cioè è assemblato da pezzi fabbricati in materiali diversi per poter raggiungere determinate caratteristiche di potenza ed affidabilità nel tempo. E’ un arco che ricorda vagamente nelle forme l’arco ricurvo moderno, è costruito in legno, corno, metallo e rinforzato con l’applicazione di tendini animali o pelli che servivano da rinforzo oltre che per aumentarne la forza. Arco principalmente usato dai guerrieri mongoli in battaglia a cavallo, veniva usato anche per cacciare la selvaggina che potevano offrire le sconfinate pianure dell’Asia.


Arco lungo medioevale o “English long bow” o “warbow” è l’arco per antonomasia, l’arco di Robin Hood o quello degli arcieri inglesi della guerra dei cent’anni, costituito da un unico pezzo di legno, oppure da due o più essenze di legno diverse abbinate, lavorato nella forma, poteva ottenere delle performance del tutto rispettabili.

Aveva le estremità a volte rinforzate con osso o corno di animale, poteva esprimere forze di tutto rispetto, anche oltre 120 libbre perché il tiro da guerra era a lunga gittata.

– gli archi “moderni”, a questa denominazione appartengono quegli archi che vengono costruiti ed immessi sul mercato nei nostri giorni.


Long bow deriva direttamente dall’arco lungo medievale, del quale prende il nome; è un suo rifacimento in chiave moderna realizzato con materiali, tecniche, e strumenti di lavoro moderni. E’ usuale che quando l’arco non sia incordato appaia dritto, e quando incordato descriva tra flettenti e riser una curva a raggio pressoché unico. Questi archi, nonostante riportino nelle nostre menti ricordi di romanticismo medievale, sono letali né più né meno di altri archi dalle fattezze più moderne e tecnologiche. E’ usuale vedere i long bow nelle gare (FIARC) utilizzare frecce di legno impennate con penne naturali come da regolamento, ma a caccia si possono utilizzare anche frecce in materiali più moderni.


Ricurvo ricorda vagamente nella forma gli archi mongoli, e ne potrebbe essere l’evoluzione (anche se qualcuno non è d’accordo con questa affermazione). Presenta dei flettenti ricurvi, che una volta incordati descrivono una specie di doppia “S”., Anche questi archi si trovano di varie fattezze e finiture, “Take-Down” o “One-Piece” di tutti i prezzi e gusti. Più fluido e maneggevole di un long bow ed anche più facile da gestire grazie alle sue misure più contenute; costruito anche con l’aiuto di materiali moderni (riser in alluminio o magnesio) e legni ricercati che gli permettono di raggiungere notevoli velocità d’uscita della freccia e prestazioni maggiori a parità di forza applicata rispetto ai long bow. Utilizzati usualmente con frecce in carbonio ed impennatura naturale sia nel circuito delle gare che a caccia.


Compound è l’arco tecnologico, con riser costruito in leghe leggere o fibre e flettenti in materiali compositi. In qualche negozio, si trovano appesi al muro, modelli “vintage” costruiti in legno sui quali sono identificabili le forme dei ricurvi dai quali furono derivati. Grazie ad un sistema di cammes e di corde, il lavoro che l’arciere deve fare ad arco teso è diminuito anche dell’85% del carico iniziale; questo agevola nel prendere la mira e mantenere la posizione, riducendo la forza da utilizzare alla massima apertura.Questi archi riescono ad imprimere alla freccia fino all’85% della forza accumulata dai flettenti, per far raggiungere alla freccia velocità inarrivabili con archi tipo ricurvo o longbow. Il compound si esprime al meglio delle sue potenzialità quando equipaggiato con mirino, rest e sgancio meccanico.

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