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Longbow, ricurvo, compound

Sovente i neofiti che si avvicinano alla caccia con l’arco chiedono consiglio su quale sia l’attrezzo migliore fra longbow, ricurvo e compound.
Questa domanda, al di là del fatto che è perfettamente lecito - se non doveroso, - porre domande ai più esperti, dimostra che l’aspirante cacciatore è ancora abbastanza acerbo.
Infatti qualunque tipologia di arco va benissimo per raggiungere lo scopo finale dell’abbattimento, ma cambiano aspettative e regole d’ingaggio, quindi la domanda dovrebbe essere: “considerando come mi vedo io come cacciatore, sarò in grado di gestire il tipo di arco che mi piace?”.
Fermo restando che con un calibro 12 caricato a pallini non si va a caccia di cervi (per fare un paragone comprensibile ai cacciatori), la scelta dell’arco è, almeno inizialmente, legata all’indole del cacciatore e alla visione che egli ha di se stesso.
Un arco in legno è un attrezzo affascinante, e l’idea di inoltrarsi nel bosco e catturare un selvatico con un arco tradizionale è davvero intrigante.
Così come è coinvolgente la meticolosa preparazione per un tiro “chirurgico” da eseguirsi con un compound, avendo individuato con esperienza e pazienza l’appostamento migliore per attendere l’animale.
Indubbiamente un arco tradizionale richiede grande preparazione, ottima tecnica, continuo allenamento e la consapevolezza (l’umiltà…) del fatto che il tiro deve essere davvero corto per evitare il rischio di un ferimento; questo equivale a carnieri più scarsi, perché si potrebbero perdere opportunità invece alla portata di un compound.
Col compound non si deve cadere nella trappola inversa, ovvero di ritenersi infallibili perché in allenamento la frecce andavano “tutte lì”, arrischiano così tiri magari troppo al limite.
La realtà è che come nel film “Avatar” è il drago a scegliere il suo cavaliere, così è l’arco che chiama il cacciatore!
Lasciatevi coinvolgere dall’emozione che vi trasmette un arco una volta che lo brandeggiate, ma poi impegnatevi a fondo perché diventi l’estensione del vostro braccio.
Una cosa è certa: quando siete nel bosco, con l’animale a 15 metri, il mondo si ferma e tutte le prove fatte davanti ad un bersaglio inanimato diventano un semplice giochino. In bocca al lupo.


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