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Piazzare il tiro

Siamo a maggio 2023 e qui a Bergamo, la caccia di selezione al cinghiale è in corso, in quanto fra sovrannumero, danni e soprattutto PSA, la Regione impone una fortissima riduzione della popolazione. Quindi si spara molto e i numeri dei prelievi, per chi esce spesso, sono davvero importanti.
Personalmente alterno arco e carabina, anche in funzione di dove sono le richieste di intervento: negli spazi aperti con l’arco sarebbero molte le uscite a vuoto, mentre nel fitto del bosco l’arco è perfetto. Nella foto il mio prelievo di ieri sera, preso a 100 metri dall’asilo del paese… Una mia altana “storica” dove ho fatto numerosi tiri. Racconto questo tiro in particolare perché è interessante del punto di vista didattico
.Questo animale era estremamente diffidente e ci è voluta quasi un’ora per avere il tiro, con 3 allunghi dell’arco e altrettante rinuncia per via della posizione non ottimale
.Infine ha fatto uno strano giro nello sporco e arrivandomi da dietro si è fermato esattamente sotto la mia altana, tanto che ne potevo sentire il respiro ma non riuscivo a vederlo! È stato fermo una decina di minuti, e io con lui, poi piano piano si è mosso ed ha cominciato a salire verso la pastura. Vedo prima la testa, poi comincio a vedere il groppone, ma sempre “in linea” con il mio tiro, offrendomi sostanzialmente solo il rischio di prenderlo sulla spina dorsale
.Comincia a mangiare i primi grani di mais, poi ancora alcuni, fa un paio di metri e finalmente si gira un po’ verso sinistra
.Ora o mai più! Mi trovo a poco più di 10 metri da lui e mi potrebbe sentire in qualunque momento. Allungo, cerco la sagoma nera con il pin luminoso, quando mi pare di esserci accendo la torcia. Un istante per posizionarmi, e sgancio
.Scatta via con la cocca luminosa che esce dal groppone, seguo la luce con lo sguardo per una ventina di metri, poi mi sembra di sentire sfrascare e infine il silenzio
.Ho pensato bene dove posizionare il colpo in quella situazione particolare, con un tiro vicino e molto verticale, considerando che sono a ben 6 metri dal suolo
.Dovevo considerare bene il percorso della freccia nell’attraversare il corpo e dimenticarmi il posizionamento nello “spot” classico di un tiro a bandiera. Dovevo stare alto e indietro, a filo della spina dorsale, per attraversare più organi possibile con la punta che sarebbe uscita presso l’avantreno
.Però ebbi subito la sensazione di aver esagerato stando indietro: ho tirato praticamente subito avanti la coscia
.Ho accennato anche il disegnino della situazione, con “1” il punto di impatto e “2” l’uscita in basso subito dietro la spalla. Nella foto le dita medio e l’indice della mia mano sinistra sono subito sopra il foro d’entrata
.Il sangue scurissimo che ho subito trovato mi ha tranquillizzato: sicuramente ho preso il fegato, e probabilmente anche altro. L’animale era a terra a circa 50 metri dal tiro; il rumore che avevo sentito non era quando si è buttato nei rovi, ma quando è rotolato fra i rami
.Vedendo l’animale morto, chi non conosce la situazione del tiro avrebbe diritto di pensare “che tiro di m…” invece è stato semplicemente perfetto! Viva Maria


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