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Io, la faina e la gallina.

Ieri notte rientrando a casa, mi fermo per un controllo presso il pollaio del vicino, oggetto di ripetute predazioni notturne.

Dal trambusto è chiaro che sta accadendo qualcosa, infatti sorprendo la faina addosso ad una gallina; sparisce in un lampo e vedo la povera preda ancora viva ma già in parte divorata. Come sua abitudine la faina aggredisce al collo e decapita la preda; la gallina aveva 10 centimetri di carne del collo già mangiati e le ossa a vista, ma non avendo tranciati giugulare e carotide era, purtroppo per lei, ancora “abbastanza” viva da quasi reggersi sulle zampe. Intorno a lei, altre 5 galline morte, senza testa. Sono avvezzo a macellare animali, ma la scena mi ha comunque scosso; la gallina viva ma scarnificata mi ha commosso; solo noi umani ci poniamo il problema di dare agli animali una morte rapida.

Tutto normale, si direbbe, una predazione naturale e quindi estremamente cruenta.

Mi sono però posto la questione di come gli animali vengono rappresentati ai bambini, nei cartoni animati. Certo alla faina (donnola, furetto o simili…) viene sempre attribuito il ruolo del "cattivo", ma l’antropizzazione del personaggio allontana dai bambini la corretta informazione (o meglio “formazione”).

Esopo, Fedro, La Fontaine… hanno usato gli animali come esempi comportamentali per fare la morale agli umani. Ma erano comunque animali, con forme animali e comportamenti animali.

Walt Disney & company invece li hanno umanizzati, vestiti, messi su due zampe e obbligati ad essere simili a noi. Ma non lo sono. Sono meglio, sono peggio, ma sono comunque diversi.

Ecco, questa informazione sbagliata, di una faina si cattiva, ma umanizzata, credo porti un messaggio scorretto, o quanto meno incompleto, ad un bambino, che imparerà a conoscere l’immagine falsa di un animale. Parallelamente, dovrebbe essere mostrata la faina vera, quella che inizia a mangiare la sua preda quando è ancora viva e cosciente, come del resto fa qualunque predatore in natura, escluso l’uomo.

La maggior parte dei bambini di oggi, che non ha un contatto vero e frequente con la ruralità, e ancora meno con la natura selvaggia, non ha consapevolezza della realtà, e crescerà con la certezza che l’uomo è cattivo e l’animale è buono. Condannerà l’uomo per ogni suo comportamento simile a quello animale e imparerà ad amare l’animale a prescindere (fermo restando che il genere umano è -dovrebbe essere- migliorativo d un punto di vista evoluzionale).

Finché non vedrà la sua immagine riflessa allo specchio: allora troverà tutte le motivazioni per assolversi.



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